Avv. Poli

Buongiorno Avvocato volevo sapere se vi sono novità relative al condono edilizio ed in particolare se saranno riaperti i termini per presentare le domande?

Buongiorno, le posso già anticipare che vi è una novità che potrebbe costituire una lieta notizia per migliaia di cittadini che da anni attendono notizie relative alla presentazione della propria di condono; ed in effetti il Consigliere Segretario del Consiglio Regionale del Lazio ha presentato una mozione indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio il cui oggetto è quello di sollecitare l’intervento del Parlamento relativamente alla modifica dell’ultimo condono edilizio ovvero della Legge 24.11.2003 n. 326.

L’ultimo condono, a differenza dei precedenti interventi, non ammetteva la possibilità di sanare opere che abbiano comportato la realizzazione di nuova volumetria in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, sia esso di natura relativa o assoluta. Le centinaia di migliaia di richieste in sanatoria presentate ai Comuni nel 2003, non sono mai state rigettate dagli stessi Enti comunali che di converso hanno introitato nelle proprie casse milioni di Euro.

Appare chiaro che il non poter sanare un immobile realizzato nello stesso identico ambito territoriale all’interno del quale altri immobili risultano già sanati con le precedenti leggi 47/85 e 724/94, sembra essere una contraddizione ed una inconcepibile “salvaguardia” ambientale essendo già tale area urbanizzata e spesso servita da infrastrutture pubbliche quali strade, acqua, luce, fogne, etc senza che i Comuni aggiornassero lo strumento urbanistico richiedendo la rimozione della relativa situazione vincolistica obsoleta.

Essendo questa la situazione la Regione Lazio in persona del Presidente del Consiglio Regionale ha inteso sollecitare un intervento del Parlamento volto a modificare l’ultimo condono edilizio (Condono Legge n. 326/2003) al fine di consentire di legittimare immobili in linea con i precedenti atti normativi, in aree soggette a vincolo relativo, dando risposta al notevole accrescimento dei livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo regionale e di limitare il consumo di nuovo territorio attraverso un più efficace riutilizzo dello stesso.

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